civico museo setificio monti

Il Civico Museo Setificio Monti di Abbadia Lariana (Lc) raccoglie e offre ai visitatori preziose testimonianze dell’antica produzione serica nel territorio lecchese esposte in un autentico ex-filatoio dell’800.

 

L’edificio, in gran parte di origine seicentesca ma con un piccolo nucleo del ‘400, fu utilizzato prima come mulino e poi come folla da pannilana, quindi nel 1818 il setaiolo Pietro Monti, originario di Lodi, trasformò la fabbrica con annessa roggia e ruota idraulica in un filatoio per seta. 

 

Nel 1869 i Monti ampliarono l’edificio e aggiunsero una filanda per la filatura dei bozzoli; il primo dei due grandi torcitoi circolari venne demolito e al suo posto vennero impiantati tre torcitoi rettangolari, più efficienti. 

 

Il superstite torcitoio circolare, dopo la chiusura della fabbrica nel 1934, fu acquistato dalla famiglia Abegg, smontato, restaurato e donato al museo Technorama di Winterthur nel 1965. 

Dalla Svizzera il torcitoio tornò a Abbadia in comodato d’uso, nella sua collocazione originaria, alcuni anni più tardi, quando, dopo un periodo di abbandono e degrado, nel 1978 entrambi gli edifici dell’antica fabbrica Monti, filanda e filatoio, vennero acquistati dal Comune di Abbadia, che decise di recuperare il filatoio, che conservava ancora antichi macchinari per la produzione serica al suo interno, in un museo di archeologia industriale, aperto nel 1998. Il grandioso torcitoio circolare del 1818, uno dei pochi ancora integri in grado di funzionare, alto 11 metri e largo quasi 5 metri, occupa quasi interamente il lato nord dell’edificio per quattro piani ed è la principale attrazione del museo.

 

Sicuramente ciò che ha permesso al filatoio Monti di essere vincolato ai sensi della legge 1089/9391 come unico esempio in Europa della secolare tecnologia della lavorazione della seta non è soltanto il grande torcitoio ma anche il fatto che l’esposizione si snoda all’interno dell’edificio che ha conservato l’aspetto che aveva a metà Ottocento, rendendolo effettivamente una delle testimonianze più significative dello sviluppo dell’industria serica nel territorio lariano.

 

Oltre agli spazi del torcitoio, nelle sale espositive sono ospitati attrezzature e oggetti accessori relativi alla lavorazione della seta, provenienti da filande e filatoi coevi al complesso del Monti ma ora scomparsi.

 

È ancora visitabile la camera di soffocazione ad umido, dove i bozzoli dei bachi da seta venivano collocati per procedere all’uccisione della crisalide necessaria per la lavorazione. Nel cortiletto esterno al piano superiore è visibile il forno del 1887 che consentiva di raggiungere le alte temperature necessarie alla soffocazione.

 

Inoltre sul retro dell’edificio è possibile osservare, restaurata da un gruppo di volontari, la grande ruota idraulica in ghisa e ferro di 7 metri di diametro che un tempo azionava il torcitoio, e intuire il percorso della Roggia nel suo ultimo tratto.

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