Monastero di San Calocero

CASA DEL CIECO

Situato nel cuore di Civate, il complesso del Monastero di San Calocero – oggi Casa del Cieco – è un gioiello del romanico lombardo, testimone di una storia millenaria. La basilica si sviluppa su tre navate absidate e conserva ancora la struttura originaria in stile romanico, nonostante i successivi rimaneggiamenti. Lungo la navata centrale si snoda un prezioso ciclo di affreschi dell’XI-XII secolo, su due registri, che illustrano scene dell’Antico Testamento tratte da Esodo, Giosuè, Giudici e Re, coevo a quello della vicina e più celebre Basilica di San Pietro al Monte, che apparteneva alla medesima comunità monastica.

Il presbiterio è sopraelevato e, al di sotto, si apre una cripta tripartita, sostenuta da colonne in granito, le cui pareti sono decorate da nicchie affrescate con una teoria di santi: sul lato sinistro S. Carlo, Benedetto, Gregorio, Pietro Martire, Calocero (santo titolare, le cui spoglie erano qui conservate), Barnaba e Pietro Apostolo; sul lato destro S. Maria Maddalena, Ursula, Barbara e Apollonia. Per consentire una visione ravvicinata degli affreschi medievali, è stato realizzato un percorso sopraelevato nel sottotetto.

Accanto alla chiesa si apre un chiostro di origine romanica o altomedievale, rimaneggiato più volte – soprattutto nel Cinquecento, quando fu ampliato e innalzato di un piano – oggi visitabile insieme alla basilica e alla cripta.

Le origini del monastero risalgono almeno al IX secolo, quando il vescovo Angilberto II trasportò a Civate le reliquie del martire Calocero, presso la comunità benedettina che amministrava anche la Basilica di San Pietro al Monte. Nel corso dei secoli il complesso subì profondi mutamenti: passato agli Olivetani nel XVI secolo, fu poi soppresso in epoca napoleonica e destinato a usi civili.

Nel 1931 il complesso fu acquistato da Mons. Edoardo Gilardi, che lo trasformò in Casa del Cieco, oggi RSA “Fondazione Casa del Cieco – Mons. E. Gilardi”, continuando una lunga tradizione di accoglienza e cura che affonda le radici nella vocazione monastica del luogo. La chiesa fu riconsacrata nel 1937. Questo luogo non è solo un patrimonio architettonico, ma un crocevia di spiritualità, arte e memoria: entrando tra le sue navate, si respira la storia di un’Europa medievale fatta di fede e pittura, mentre nella cripta si avverte un’intima sacralità che ha saputo attraversare il tempo.

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