museo liturgico etnografico

Il Museo nasce grazie alla donazione alla Parrocchia di Moggio di oggetti conservati da numerosi privati che hanno voluto mettere a disposizione il ricco e vario patrimonio di tradizioni locali appartenenti al passato sapientemente custodito e preservato con cura.

Al piano terra e al primo piano sono collocati oggetti che illustrano il modo di vivere e di lavorare del passato, le attività che si svolgevano un tempo, come pure aspetti quotidiani in Valsassina. Ambienti come la cucina, la camera da letto o altri legati al lavoro accolgono il visitatore coinvolgendolo grazie ad un allestimento che ricrea in modo suggestivo l’atmosfera del passato. Di notevole interesse e suggestione la ricca esposizione di foto d’epoca, con oggetto l’abitato di Moggio e i suoi abitanti, ripresi mentre sono intenti al loro lavoro o nei momenti di svago e di festa.

All’ultimo piano è invece disposta una ricca collezione di opere legate al culto ed all’attività liturgica della Parrocchia, quali splendidi paramenti (tra cui quelli realizzati nel 1787 da Giuseppe Bonanomi di Calolzio), stendardi processionali, apparati d’altare con candelieri e croci ed altri importanti arredi liturgici di elevato interesse storico artistico, cui si affiancano alcuni dipinti e statue devotionali di pregio che attestano la devozione degli abitanti di Moggio e dei dintorni.

Gli oggetti provengono dalla Chiesa parrocchiale di S. Francesco, di antica fondazione risalente al sec. XIII e menzionata da Goffredo da Bussero per la sua dedicazione, unica nel territorio lecchese.

L’edificio venne in seguito ampliato nel corso del ‘400, decorato con affreschi con un importante crocifisso tuttora conservato. Nel ‘600 assunse forme barocche e vennero aggiunte le cappelle laterali, di cui si conserva parte delle decorazioni a stucco, pur rimaneggiate, eseguite nel 1617 ad opera di Pietro e Antonio Prandi di Laino, cui si deve anche l’ornamentazione del presbiterio.

Gli altari con balaustre in pregevoli marmi sono invece settecenteschi, mentre l’altare maggiore risale alle trasformazioni ottocentesche e proviene dalla chiesa di Valmadrera. Altre decorazioni si sovrapposero nel corso del ’900.

Situato nella parte meridionale del borgo vecchio di Moggio, il Museo ripercorre uno spaccato della storia degli abitanti e del territorio limitrofo, alla scoperta di usanze, ritualità, tradizioni e antichi mestieri. Come testimoniano gli attrezzi da lavoro esposti, frutto dell’ingegnosità della cultura contadina e capaci di sostenere, nel tempo, il lavoro di più generazioni: nei campi come nei boschi, nei cascinali come nelle stalle, espressione autentica di una vita laboriosa e piena di fatiche a cui era sottoposta tutta la famiglia, dal più giovane al più anziano, ciascuno nel proprio ruolo.

Di recente inaugurazione, il museo, grazie all’efficace allestimento, presenta la ricostruzione di ambienti domestici caratteristici, attraverso arredi originali che risalgono al periodo compreso fra il XIX e il XX secolo, a rappresentare la varietà di usi e costumi delle famiglie moggiesi. In particolare, soprattutto durante l’inverno, si racconta che le ragazze del paese in età da matrimonio dedicassero buona parte della giornata a realizzare capolavori di maglia, cucito, ricamo e uncinetto, destinati a divenire parte del corredo nuziale e oggi visibili nella Sala arredo e corredo, il grande ambiente al primo piano dedicato alla cosiddetta “dota”.

Figura di riferimento per tutta la famiglia e personaggio chiave del focolare domestico, la “Regiura” (moglie, madre o nonna) è invece l’indiscussa protagonista della Sala della cucina, caratterizzata dal caminetto sempre acceso su cui cuoceva la “pignata”, a base di sapori semplici e genuini. Al secondo e ultimo piano del museo, vi aspettano infine anche alcuni preziosi paramenti, suppellettili e abiti religiosi.

Si segnala infine che alla Parrocchia fa capo anche l’importante biblioteca costituita nel 1990 a ricordo della biblioteca popolare fondata a Moggio nel 1864.

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