SUI MONTI DELLA MUGGIASCA

Un itinerario in montagna

Dalla Val Varrone ai Piani Resinelli

partenza/arrivo

Vendrogno/Piani Resinelli

periodo

Weekend primavera/estate

durata/lunghezza

Da 1 a 3 giorni

Situato nel cuore dell’abitato di Vendrogno, Il Museo del Latte e della storia della Muggiasca occupa i locali della ex latteria turnaria, per quasi un secolo adibiti alla raccolta, alla lavorazione e alla trasformazione artigianale del latte, di cui si conserva in larga parte l’architettura originaria. Con una collezione che comprende oltre 400 pezzi tra documenti e reperti, il museo propone un percorso di visita attraverso la strumentazione completa della latteria, esposta nelle quattro sale che costituivano la zona lavoro al piano terra dell’edificio. Dopo la pesa e la verifica della densità, il latte appena munto veniva infatti portato nel cosiddetto “Sit del lacc”, ancora oggi il locale più fresco dell’edificio, dove era filtrato e lasciato risposare, finché non si separavano la panna, utilizzata per produrre il burro, dalla parte meno grassa, usata invece per la preparazione dei formaggi. Nella Sala della lavorazione, che poteva contare su una temperatura costante garantita dalla legna che ardeva nella caldaia, il latte rimasto nelle ramine dopo la scrematura veniva arricchito dall’aggiunta del caglio e mescolato continuamente per favorire la fuoriuscita del siero: in un’economia di sussistenza in cui nulla andava sprecato, a volte il casaro utilizzava anche il siero rimasto per la preparazione della ricotta. Proseguendo poi nelle altre sale del museo, scoprirete oggetti, immagini e materiali d’archivio corredati da supporti multimediali legati alle diverse attività agricole e pastorali, ma anche ad aspetti della cultura, dell’economia e della storia locali, dal bosco alla vita domestica, dal fenomeno migratorio a episodi più o meno noti della Resistenza.

Dall’epoca preromana, quando si comincia ad estrarre il minerale nell’alta valle, al tempo in cui i fucinatori emigravano a Venezia, Milano e Carrara, Premana è famosa per la produzione di articoli da taglio. Nella Sala del ferro al Museo Etnografico di Premana, si ripercorrono le principali tappe storiche della lavorazione del minerale nel territorio prealpino. Già nel 1574, quando Premana contava poco più di 600 abitanti, erano del resto presenti in paese 4 spadari, 3 maniscalchi e ben 40 fabbri capaci di forgiare coltelli e forbici, ma anche chiavi, inferriate e serrature. Un’attività, quella estrattiva, favorita dalla presenza, in Valsassina e Val Varrone, di vene metallifere e di un ricco patrimonio boschivo con corsi d’acqua da cui trarre l’energia motrice. Pagati in base alla quantità del materiale estratto, i minatori, detti “fraini”, lavoravano in condizioni spesso disumane e con strumentazioni rudimentali, ancora oggi visibili nel museo, almeno fino all’introduzione della polvere da sparo nel 1613. Ma le radici di una società così abbarbicata alla montagna, fisicamente e culturalmente, si rintracciano anche nei versanti disegnati con i terrazzamenti per creare campi e orti, come nella trasformazione dei boschi in superfici erbose per la pastorizia e l’allevamento. Se nella Sala dell’agricoltura si conservano dunque gli oggetti utilizzati dai contadini di montagna per lavorare i pendii e coltivare la segale e l’orzo, oltre che per accudire capre, pecore e mucche, nella Sala del Costume sono esposti invece i costumi tradizionali, come lo splendido “morel”, abito nuziale con influenze greco-albanesi, gli attrezzi per la tessitura e alcuni manufatti del lavoro femminile.

In località Piani Resinelli, le miniere Anna” e “Cavallo” sono state per secoli oggetto di estrazione di minerali del piombo, destinati alla produzione di armi e attrezzi agricoli per il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Chiuse definitivamente negli anni Cinquanta, a causa dell’abbassamento dei prezzi e la conseguente decadenza dell’attività estrattiva, sono state interessate da alcuni lavori di restauro. Oggi il visitatore può scoprire i diversi metodi estrattivi, legati alle epoche e ai mezzi disponibili, nonché conoscere le condizioni di vita dei minatori del passato i quali, con muli carichi di farina, panni e masserizie, raggiungevano le miniere nella stagione più fredda, per evitare le infiltrazioni d’acqua tipicamente estive, e si sistemavano in baite nelle vicinanze apprestandosi a lavorare senza orari e senza soste. Normalmente effettuate in piccoli gruppi con partenza dallo chalet delle guide vicino al parcheggio sotto il rifugio SEL, un tempo ritrovo di minatori, le visite vi permetteranno di scendere nelle viscere della terra immergendovi nel buio e nel silenzio più assoluti. Accessibile senza particolari difficoltà attraverso un sentiero nel bosco di circa 500 metri, la miniera “Anna” presenta un ampio sviluppo di gallerie, con spiazzi e caverne che testimoniano un impianto tipico dell’epoca rinascimentale dove anche i più piccoli, grazie ai modellini di “gnomi minatori”, potranno comprendere al meglio il mondo della miniera. Inserita invece in un percorso escursionistico più complesso, adatto a visitatori adulti, la miniera “Cavallo” si sviluppa su sette livelli in ordine verticale, determinando salti e vuoti di grande impatto.

La Casa Museo Villa Gerosa all’interno del Parco Valentino ai Piani Resinelli raccoglie, conserva e valorizza immagini, documenti e filmati che evidenziano in modo unico e particolare le caratteristiche geomorfologiche, escursionistiche, alpinistiche e naturalistiche del Gruppo delle Grigne, con particolare riferimento al Parco Valentino e a Villa Gerosa, donati dall’industriale lecchese Valentino Gerosa Crotta (1868-1960) che li lasciò in eredità al Touring Club Italiano. Il Museo è costituito con l’utilizzo di applicativi e postazioni totalmente multimediali (videoproiezioni, tavoli interattivi, leggii, filmati e spazi sonori) per svolgere attività educative, di ricerca e di mediazione con il territorio, tenendo ben presente l’originaria vocazione turistica del luogo.

All’ambiente naturale tipicamente prealpino, arricchito dalla presenza del lago e delle Alpi come sfondo, sono dedicate quattro sale: si scoprono così sentieri, pareti, rifugi, imparando anche la geologia, ma si possono vedere anche alpinisti in azione, si entrerà virtualmente nelle miniere, si potrà seguire il corso delle acque e si rimarrà ammirati da fiori, piante ed animali che danno vita a questo scenario. All’interno del museo è inoltre presente il tavolo interattivo che permette l’accesso ad alcuni archivi fotografici d’epoca (raccolti dalla Comunità Montana all’interno del progetto MOdiSCA), che documentano l’attività di quegli scalatori che da queste pareti hanno spiccato il volo per realizzare sulle montagne del mondo, imprese rimaste leggendarie. Viene inoltre raccontata, con documentazione d’epoca, la nascita del sentiero “della direttissima” della Grigna, uno dei percorsi più affascinanti e frequentati delle Alpi. Il sistema di proiezioni immersive avvolge il visitatore con scenari di grande suggestione: viene restituita la dimensione violentemente verticale della Grigna, con le sue torri di calcare bianco che paiono conficcate nei ripidi prati, propria anche della parte del Parco Valentino affacciata sul Lario, dove la dimensione orizzontale, qui rappresentata dal prato, sparisce sotto i vostri piedi per riapparire 1.000 metri più in basso in forma liquida di lago. Un leggio interattivo permette di navigare nel mondo, non meno affascinante, della flora, riservando uno spazio privilegiato alle figure storiche protagoniste dell’esplorazione botanica. Postazioni sonori isolano da tutti i rumori esterni e conducono in un luogo senza tempo, animato solo dal canto degli uccelli e dai richiami degli altri animali. Il viaggio si conclude nella sala che ospita una piccola, ma significativa collezione di animali tassidermizzati, che il Touring Club raccolse in questo luogo a partire dagli anni ’60 per offrire un’immagine della fauna dell’arco alpino: un vero museo nel museo, evocante anche l’atmosfera di quei tempi nei quali cominciava a formarsi in Italia una prima coscienza ecologica, legata alla difesa dell’ambiente e degli animali.

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