villa ronchetti

LA STORIA
 
Pietro Vassena, figlio di Giacomo di professione tintore e di Margherita Mainetti operaia incannatrice originaria di Civenna, nacque a Sala al Barro il 9 novembre 1846. Tredicenne è emigrato in Argentina, dove in capo a pochi anni diventò padrone di ben tre grandi stabilimenti. Tornato in Italia nel 1906, col
nome sudamericanizzato di Pedro Vasena, per partecipare all’Esposizione Internazionale di Milano che celebrava il traforo ferroviario del Passo del Sempione, dove si guadagnò un premio speciale per il suo Stand all’interno del Padiglione del Sud America, diede avvio alla costruzione della sua villa, a Sala al Barro, in fregio alla strada principale del paese, che allora si chiamava via Maggiore, a pochi metri di distanza dalla chiesa, in posizione importante e rappresentativa, quale segno del suo strepitoso riscatto economico e sociale.
 
La villa fu completata il 1906 e l’anno dopo Vassena la donò alla figlia Clelia, andata sposa il 20 aprile 1907 ad Antonio Ronchetti imprenditore serico galbiatese. Oggi, Villa Ronchetti, dopo la morte nel ’58, di Antonio, fu abitata ancora dalla signora Clelia che continuò a risie-dere ancora per alcuni anni per poi terminare i suoi giorni, a 99 anni, in una Casa di Riposo sul Lago Maggiore. Fra i cinque figli nati dall’unione Vassena Ronchetti, il ragioniere Ernesto, dottore commercialista, condusse le trattative anche per conto degli altri fratelli comproprietari per la vendita della villa al Comune di Galbiate, che infatti l’acquistò il 29 gennaio 1986. Nel 2003, l’intera villa, con esclusione del giardino, fu acquistata dalla Comunità Montana del Lario Orientale, mentre nel triennio 2008-2010, la stessa Comunità Montana ha dato corso “a radicali lavori di recupero conservativo, riguardanti tutti gli aspetti decorativi e strutturali, nonché gli arredi, i serramenti e le vetrate, l’artistica scala in legno di rovere”.
 
L’ARCHITETTURA
 
La villa fu eretta nel 1907 da Pietro Vassena (1844-1917) all’epoca del suo ritorno dall’Argentina, dove era emigrato nel 1864 modificando il proprio nome in Pedro Vasena.
 
Soprannominata “Cà de férr” per l’impiego generalizzato di questo metallo, è conosciuta anche come “villa Ronchetti” perchè la figlia di Pietro Vassena, Clelia, sposò l’industriale serico Antonio Ronchetti.
 
La villa, in stile eclettico con generose concessioni al liberty presenta una doppia balconata sovrapposta, a forte aggetto, in ferro battuto, frutto dell’operosità e genialità di maestri e artigiani “ferascétt” lecchesi e brianzoli.
 
Le balaustrate, che cingono tutti i prospetti esterni dell’edificio, sono decorate con girali vegetali, le cui volute sono abbellite da fiori in ferro forgiato. Sul lato dell’edificio fronte strada si apre una porta a vetri formata da due battenti.
 
Superiormente presenta una vetrata in vetri policromi che disegnano una specchiatura rettangolare, con fiori stilizzati agli angoli, includente una lunetta con decorazioni. Gli stessi motivi ornamentali sono ripetuti sugli altri lati del vano d’ingresso. Un accesso secondario si trova sul lato meridionale.
 
All’interno, notevole è il pavimento formato da piastrelle quadrate con ottagoni inscritti e triangoli angolari che si uniscono a quelli contigui per formare quadrati. Il tutto è circondato da un bordo formato da piastrelle con motivo decorativo geometrico continuo. I soffitti sono decorati con fregi curvilinei e  motivi floreali di gusto liberty. Al piano terra una scala lignea in rovere  intagliato, opera del salese Giacomo Giudici,  (1859-1938) collega i piani superiori. 
 
La balaustrata fiancheggia le scale che, dal piano rialzato, salgono al piano secondo articolandosi  su quattro rampe. È formata da una serie di balaustri piatti sagomati, decorati e forati al centro. Una fascia con motivi decorativi vegetali corre lungo le pareti. Essa rappresenta una sequenza di foglie che si intrecciano fra loro, disegnando onde che si intersecano con un fregio formato da tre linee dorate continue e da fiori  stilizzati, raggruppati a tre a tre. In tempo di guerra la cancellata in ferro battuto fu requisita per sopperire la mancanza di materie prime. 
 
Attualmente la villa è sede legale della Comunità Montana e gli spazi sono comuni sono visitabili nei seguenti orari di apertura al pubblico:
 
Lunedì e giovedì: 8:30/12:30
Martedì: 8:30/12:30 – 15:00/17:00
Mercoledì e venerdì: chiuso

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