IN RIVA AL LAGO DA ABBADIA A LIERNA
Un itinerario lungo la riva del lago
Da Abbadia a Lierna
partenza/arrivo
Abbadia/Lierna
periodo
Weekend
durata/lunghezza
Da 1 a 3 giorni
La storia del Civico Museo Setificio Monti di Abbadia Lariana inizia nel lontano 1818, quando l’omonima famiglia di setaioli giunge nel piccolo borgo affacciato sul lago per impiantarvi una fabbrica dedicata alla torcitura della seta. La scelta di costruire l’edificio in prossimità dell’attuale via Nazionale, che collega Lecco alla Valtellina, fu in realtà determinata dalla vicinanza di una derivazione del torrente Zerbo, l’unico corso d’acqua presente in paese e fonte energetica indispensabile per il funzionamento delle macchine.
Frutto di un sapiente intervento di recupero e restauro, il museo rappresenta oggi un importante esempio di archeologia industriale, dove sono esposti arredi originali, attrezzature e oggetti utilizzati per la lavorazione serica. Un tempo affiancato da una vera e propria filanda, per completare il ciclo di lavorazione della seta e produrre direttamente in loco la materia prima, oltre che da un dormitorio, un refettorio e alcuni piccoli appartamenti per i lavoratori migranti, il museo è collocato in ambienti che conservano ancora una forte impronta ottocentesca, cogliendo di sorpresa il visitatore grazie al grandioso torcitoio circolare posto accanto all’ingresso. Si tratta di un macchinario di 5 metri di diametro e 11 metri di altezza con un totale di 972 fusi, concesso in comodato d’uso nel 1897 dal Museo Tecnorama di Winterthur in Svizzera, completamente integro e funzionante per mezzo di un motore elettrico. Sul retro dell’edificio, sono inoltre visibili le due ruote idrauliche in ghisa e ferro che alimentavano tutti i macchinari della fabbrica, la più grande delle quali ha un diametro di ben 7 metri.
Il Museo Moto Guzzi raccoglie una ricca collezione di oltre 150 pezzi fra moto di serie, moto sportive, prototipi sperimentali e motori, che si alternano in un percorso cronologico a testimonianza della gloriosa storia del marchio lariano. Nel cuore della vecchia fabbrica di Mandello del Lario, dove il mito dell’Aquila nasce nel 1921, l’area espositiva riservata alle moto di serie offre uno spaccato dell’evoluzione economica e sociale del nostro Paese nell’ultimo secolo: è il caso della mitica Norge del 1928, la prima gran turismo nella storia della motocicletta, progettata da Carlo Guzzi insieme al fratello Giuseppe, delle Guzzi serie Sport e GT degli anni Trenta, dell’Airone, ovvero la moto di media cilindrata più diffusa in Italia dal 1939 al 1957, o ancora del Falcone, il sogno di tutti i motociclisti degli anni Cinquanta.
Ma Moto Guzzi è entrata nella storia anche per i veicoli che hanno caratterizzato la mobilità degli italiani nel dopoguerra, come la Motoleggera 65 (Guzzino) e il Galletto, reinventando il concetto stesso di moto sportiva con la V7 Sport, dotata di un motore bicilindrico a V di 90°. Accanto a pezzi unici come la prima motocicletta costruita da Carlo Guzzi nel 1919, la sola a portare la sigla G.P. (Guzzi-Parodi), e ad esemplari celebrati in tutto il mondo come la Otto Cilindri 500 del 1957, nata dal genio di Giulio Cesare Carcano, il museo propone anche una selezione di filmati storici intitolata “Il suono della passione”. Adiacente all’esposizione, potrete scoprire infine la Galleria del vento di Moto Guzzi, l’unico impianto a livello internazionale per la prova aerodinamica dei motocicli.
Il Museo della Torre di Maggiana detta del “Barbarossa”, una delle meglio conservate nel territorio lecchese e interamente accessibile nei suoi cinque piani, è situata in una suggestiva posizione nel centro abitato di Maggiana, attualmente nel Comune di Mandello del Lario. Con la sua mole quadrata svetta in posizione dominante verso il lago, è posta a controllo della Strada Ducale della Riviera lariana ed è in rapporto con il sistema di fortificazione della costa orientale del Lago di Como. La sua collocazione era strategica nei confronti anche di altri percorsi che conducevano verso la vicina Val Meria e i Piani Resinelli, ove si trovavano anticamente zone di pascolo e miniere. Benché più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, la Torre risale al secolo XII ed è forse da porre in relazione con i signori di Mandello. La sua denominazione risale al fatto che i restauri ottocenteschi (1828) avrebbero portato alla luce una lapide che indicava il riposo qui avvenuto dell’imperatore Federico Barbarossa nel 1158. È interessante ricordare che la tradizione trasmette anche la presenza di un castello, nella parte settentrionale del paese che era collocato su un pendio non lontano. Situata all’interno di un piccolo cortile fortificato, la Torre presenta ancora la porta ogivale e traccia delle aperture originarie nella parte sommitale, oggi occultate; compaiono inoltre feritoie verticali che sono da collegare all’antico ingresso, un tempo posto al primo piano, come di consueto negli edifici medievali di questo tipo. Altre finestre vennero inserite successivamente, a partire dal ‘500, conferendo alla struttura un aspetto omogeneo nel disegno complessivo. A interventi di restauro risale la suggestiva terrazza posta sulla sommità, dalla quale si gode uno splendido panorama del lago e della sottostante cittadina di Mandello. Nei vari piani all’interno si trovano gli ambienti originari (tra cui uno con un interessante soffitto dipinto): in essi è collocato attualmente il Museo che racconta e illustra, attraverso oggetti e immagini che risalgono alla fine dell’800 e alla prima metà del secolo successivo, le vicende di Maggiana, i modi di vita e di lavoro delle comunità che abitavano in queste zone, come pure una sezione dedicata alla processione del Venerdì Santo che si svolse fino alla metà degli anni Cinquanta.
Giannino Castiglioni è la figura di maggior rilievo fra i numerosi artisti che hanno soggiornato a Lierna. Il museo a lui dedicato è attualmente in fase di allestimento e destinato ad accogliere i calchi preparatori in gesso che gli eredi hanno generosamente donato al Comune. Nato a Milano nel 1884 e accademico di Brera, durante la sua lunga vita Castiglioni partecipa a numerose esposizioni nazionali ed estere, passando dalle esperienze pittoriche giovanili a una totale dedizione all’arte scultorea, con una produzione particolarmente prolifica che conta circa 700 opere, fra cui le monumentali sculture per il Palazzo del Parlamento a Montevideo, la statua del Cristo Re all’Università Cattolica di Milano e quella di Dante nel cortile della Pinacoteca Ambrosiana, senza dimenticare i numerosi monumenti funebri nel Cimitero Monumentale, sempre a Milano, o il Monumento ai Caduti di Lecco e Mandello del Lario. Castiglioni è inoltre coinvolto nella direzione lavori dei cimiteri di guerra di Redipuglia, Grappa, Caporetto, Zara, Pola e Timau, mentre innumerevoli sono le medaglie da lui coniate in ricordo di personaggi famosi. La presenza dello scultore a Lierna risale ai primi anni del Novecento, quando nel suo studio in via Roma si occupa della progettazione e risistemazione del cimitero locale dove oggi rimangono, oltre alla centrale chiesa di S. Michele, le sculture e i bassorilievi per le cappelle Micheli, Balbiani, Spada e Costa. Interessato anche alla risistemazione del Municipio e di piazza IV Novembre, realizza la fontana per l’acqua di Val Onedo. Lo scultore si spegne nel 1971 a Lierna dove oggi ancora riposa.