ITINERARIO ARCHEOLOGICO DELLA PROVINCIA DI LECCO

Un percorso continuo tra storia e natura

partenza/arrivo

Provincia di Lecco

periodo

Tutto l’anno

durata/lunghezza

Variabile a seconda dell’opzione scelta

Un nuovo itinerario naturalistico-archeologico della provincia di Lecco collega in un’unica rete percorribile a piedi alcuni tra i più significativi luoghi della storia e della cultura del territorio.
Il sentiero attraversa aree di grande valore paesaggistico e storico e tocca siti che coprono oltre duemila anni di storia: dalla preistoria e dall’età romana fino al rinascimento, passando per il medioevo e le fasi più recenti della storia europea.
L’itinerario integra, al racconto dei secoli più antichi, anche due deviazioni escursionistiche di memoria novecentesca, legate alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, che documentano la presenza di strutture difensive e i percorsi della Resistenza.
Il risultato è un percorso vivo, che unisce natura e archeologia in un racconto continuo e stratificato del territorio lecchese.

Un percorso continuo tra storia e natura 

Il sentiero attraversa tre grandi aree geografiche del ramo lecchese del Lago di Como – nord, centro e sud – e si sviluppa su tracciati pedonali storici già esistenti, come il Sentiero del Viandante, l’Anello di Fontanedo e l’antica mulattiera Varenna–Esino.
Questi sono stati uniti in un nuovo tracciato continuo, digitalizzato in formato GPX e corredato da una mappa illustrata pensata per facilitare l’orientamento e la fruizione.

  • Nell’area NORD, il percorso collega la Torre di Fontanedo (Colico) alla Torre di Orezia (Dervio), con una diramazione che scende al borgo fortificato di Corenno Plinio, lungo l’Anello di Fontanedo e il Sentiero del Viandante.
    In questa zona si innesta anche una deviazione escursionistica nota come “Sulle tracce della storia”, un sentiero ad anello di 14 km che attraversa opere difensive risalenti alla Prima Guerra Mondiale che testimoniano la militarizzazione prealpina.
    Inserimento traccia GPX 
  • Nell’area CENTRALE, una mulattiera storica collega Villa Monastero (Varenna) al Museo delle Grigne (Esino Lario), per poi proseguire verso sud in direzione della Torre del Barbarossa a Maggiana, lungo un tratto del Sentiero del Viandante.
    In questa sezione si snoda anche il Sentiero dei Partigiani, un percorso di 15 km con dislivelli importanti, che si inoltra nelle valli lecchesi percorse durante la Resistenza. Un cammino impegnativo ma denso di significato, che integra la memoria recente con l’ambiente e la storia locale.
    Inserimento traccia GPX 
  • Nell’area SUD, la rete sentieristica del Monte Barro unisce l’Area Archeologica dei Piani di Barra e il Museo MAB, toccando il Monte Castelletto e scendendo verso valle fino al Monastero del Lavello. Il sentiero termina presso il Castello di Capiate, antico presidio agricolo e militare.
    Questa sezione si distingue per la presenza di fortificazioni altomedievali e rinascimentali, immerse nel verde del parco e lungo il fiume Adda.
    Inserimento traccia GPX 

I siti lungo l’itinerario in ordine cronologico (anche percorribile da nord a sud volendo)

Opzione 1 (ordine cronologico)

Museo delle Grigne – Preistoria e età celtica 

Castello di Capiate – Età romana → longobarda 

Monte Barro / Museo MAB – V-VI sec. (età tardoromana e altomedievale) 

Monte Castelletto – frequentazione del luogo dal VIII sec. D.C., strutture attualmente visibili sono relative a occupazione del XIII secolo d.C. 

Torre di Maggiana / Barbarossa – XII sec. (1158) 

Villa Monastero – XII sec. → XIX sec. (edificio) + collezione Catalocchino (VII e il III secolo a.C.) 

Torre di Orezia – XIII-XV sec.

 Corenno Plinio – XIII-XV sec. 

Torre di Fontanedo – XIV sec. 

Monastero del Lavello – XV-XVI sec.

 

Opzione 2 (da nord a sud)

NORD:

– Torre di Fontanedo (Colico)

– Torre di Orezia (Dervio)

– Corenno Plinio

CENTRO:

– Villa Monastero (Varenna)

– Museo delle Grigne (Esino Lario)

– Torre di Maggiana, detta “del Barbarossa” (Mandello del Lario)

SUD:

– Sito Archeologico dei Piani di Barra e Museo MAB (Galbiate)

– Area Archeologica di Monte Castelletto

– Monastero di Santa Maria del Lavello (Calolziocorte)

– Castello di Capiate (Olginate)

 

BREVE DESCRIZIONE DI OGNI SITO 

Museo delle Grigne (Esino Lario)
Il museo ospita una delle raccolte archeologiche più significative del territorio prealpino. Conserva reperti dalla preistoria al periodo celtico e romano, tra cui una punta di freccia in selce del V sec. a.C., ceramiche, oggetti rituali e corredi funerari. Il percorso espositivo include anche sezioni geologiche ed etnografiche, con approfondimenti sulla vita contadina e l’ambiente naturale della Grigna. L’allestimento multimediale valorizza la narrazione storica con linguaggi accessibili e immersivi.
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Castello di Capiate (Olginate)
Il sito testimonia una straordinaria continuità d’uso: nato come villa in epoca romana, venne convertito in deposito fortificato in età gota, quindi curtis longobarda e piccolo castello agricolo medievale. Resti visibili includono l’altare romano per i sacrifici, il porticato e un’epigrafe del II secolo d.C. È uno degli esempi più significativi di stratificazione edilizia e funzionale nel lecchese.
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Monte Barro / Museo MAB (Galbiate)
Il Monte Barro ospita un importante castrum del V-VI secolo, edificato durante le fasi di crisi dell’Impero Romano per controllare i valichi tra Brianza e Lario. Le mura fortificate racchiudono i resti di edifici abitativi e di servizio. Il vicino Museo Archeologico del Barro (MAB) conserva i reperti provenienti dagli scavi, tra cui ceramiche, monete, strumenti e gioielli, con allestimenti che ricostruiscono la vita quotidiana dell’insediamento.
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Monte Castelletto (Galbiate)
Frequentato a partire dall’VIII secolo, Monte Castelletto fu utilizzato come punto di osservazione strategico. Le strutture oggi visibili risalgono al XIII secolo e comprendono una torre di avvistamento, una cinta muraria e resti di ambienti interni. Situato su uno sperone roccioso che domina la valle dell’Adda, il sito è raggiungibile a piedi e offre uno spaccato sulle dinamiche difensive altomedievali nel territorio lecchese.
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Torre del Barbarossa (Maggiana – Mandello del Lario)
Edificata nel XII secolo, la torre è legata alla figura dell’imperatore Federico Barbarossa, che vi sostò nel 1158 durante le sue campagne in Lombardia. Alta e massiccia, conserva l’accesso sopraelevato, feritoie e resti della struttura difensiva. Oggi ospita un museo etnografico che documenta la vita agricola e le tradizioni locali, integrando l’interesse storico con quello antropologico.
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Villa Monastero (Varenna)
Fondata nel XII secolo come monastero cistercense, la villa fu trasformata tra Otto e Novecento in una residenza signorile in stile eclettico, con arredi d’epoca e un giardino botanico terrazzato. Di recente, è divenuta sede della prestigiosa Collezione Cattalochino, una raccolta archeologica di 155 reperti provenienti da quattro importanti ambiti culturali che hanno caratterizzato la storia antica della penisola: apulo, centro-italico, etrusco, romano. La parte più consistente della raccolta, è inquadrabile cronologicamente in un arco temporale compreso tra il VII e il III secolo a.C.

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Torre di Orezia (Dervio)
Situata su uno sperone che domina l’ingresso alla Valvarrone, la torre fu costruita tra il XIII e il XV secolo per scopi difensivi e di avvistamento. È parte di un sistema fortificato che comprendeva mura e edifici annessi, oggi parzialmente visibili. La sua posizione strategica ne ha garantito un uso continuo per secoli.

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Corenno Plinio
Il borgo è un autentico esempio di villaggio fortificato medievale. Racchiuso attorno a un castello e una chiesa parrocchiale, conserva scalinate monumentali scavate nella roccia e architetture difensive in pietra. Nato tra XIII e XV secolo, Corenno offre un’immersione nella vita quotidiana di un insediamento lacustre.
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Torre di Fontanedo (Colico)
Voluta da Bernabò Visconti nel XIV secolo per difendere l’area dell’Alto Lago, la torre si erge lungo l’antica via “Scalottola”, oggi parte del Sentiero del Viandante. Fa parte di un più ampio sistema di controllo e comunicazione visiva e fu poi riutilizzata nel Novecento come punto d’osservazione lungo la Linea Cadorna. Oggi è restaurata e visitabile.
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Monastero del Lavello (Calolziocorte)
Il santuario sorge nel XV secolo su un preesistente luogo di culto. Luogo di pellegrinaggio, fu ampliato nel Cinquecento. Oggi ospita eventi culturali, mostre e attività espositive.
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L’itinerario è stato realizzato dall’Associazione Anemos nell’ambito del progetto CSA “Un patrimonio da scoprire: comunità, scuola, archeologia”, promosso dalla Provincia di Lecco e finanziato dal bando Emblematici di Fondazione Cariplo.

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